Caratteristiche generali
Con luglio incontriamo un albero tra i più maestosi tra quelli fin qui trattati: il liriodendro (Liodrendon tulipifera, L. 1753). Originario della costa orientale degli Stati Uniti d’America il liriodendro è molto diffuso anche in Europa, sebbene con alcune differenze sostanziali come vedremo. Questo albero è conosciuto con vari nomi: Tulpenbaum, American whitewood, l’italianizzato Tulipifero e Tulipier. Il liriodendro è soprannominato “albero dei tulipani”, per via dei suoi caratteristici fiori giallo-verdi con sfumature arancio, di forma simile appunto ai tulipani. Parte della famiglia delle Magnoliacee, il tulipier come si diceva è originario della parte orientale degli Stati Uniti (sud della Florida escluso), dove lo si trova fino ai territori del Mississippi e del Tennessee. In queste zone, grazie all’habitat ideale, esso può supera i 50 m di altezza e i 2,5 m di diametro, resistendo a brevi gelate fino i -30°. Terreni profondi, fertili e con pH leggermente acido, oltre al clima umido, sono le condizioni che permettono al Liodrendon tulipifera di vivere oltre i 400 anni di età.
Diverso il discorso in Europa, dove il tulipier si presenta con dimensioni più contenute (attorno i 30 m di altezza, diametro più piccolo e longevità ridotta). In ogni caso si tratta di un albero dalla crescita rapida, che necessita di un costante apporto di acqua e sali minerali.
Caratteristiche tecniche
La chioma ha forma piramidale negli esemplari giovani, mentre tende ad arrotondarsi con il tempo, chiedendo di curare la potatura per mantenere la pianta in ordine a fini estetici. I rami dei liriodendri giovani sono rosso scuro, mentre la corteccia diventa grigio scuro, finemente screpolata con l'età. L'alburno si presenta biancastro, in alcuni casi variegato, ed è facilmente distinguibile dal «durame bruno cupo e bruno verdastro sfumante talora in tonalità gialle, porporine, o nerastro azzurrognole». Inoltre, in fase di piantumazione bisogna tenere conto della giusta distanza tra un albero e l’altro (attorno i 10 m), affinché il forte apparato radicale non vada in conflitto con quelli vicini.
Allo stato fresco il peso specifico si aggira mediamente sui 550 - 680 kg/m3; dopo normale stagionatura arriva a 460 kg/m3. La tessitura è media con fibratura generalmente diritta. Altri dati da conoscere sono il ritiro, che va da medio a elevato; la durezza, che è media; la bassa resistenza agli urti.
Qualità e difetti del legno di Tulipier
Il legno di questo maestoso albero, chiaro e con evidenti “fiammature”, ricorda il noce nazionale. Il tulipier è apprezzato innanzitutto per il fatto di essere un legno versatile ed economico, ma che con la giusta verniciatura può richiamare legni pregiati come appunto il noce e pure il ciliegio. I principali pregi del tulipier sono quindi: la versatilità e la facilità di lavorazione, l’essicazione e le finiture. Entrando più nel dettaglio il suo legno si lavora agevolmente sia a mano sia con utensili e macchine. Il tulipier poi, si presta a inchiodamento, incollaggio e trattiene bene vernici e smalti.
Passando ai punti deboli, se il Liriodendro tulipifera da una parte resiste piuttosto bene ai funghi, dall’altra soffre l’attacco degli afidi e la clorosi fogliare, legata alla scarsità di nutrienti nel terreno. Infine, le piante giovani, che richiedono di non essere troppo esposti direttamente al sole in estate, possono subire seri attacchi alle foglie a causa della verticillosi. Altri punti deboli sono la variazione del colore naturale col tempo, che può essere molto pronunciata; la scadente durabilità dell’alburno, solo un po’ migliore per il durame.
I consigli di Ottolini Legnami sull'utilizzo del Tulipier
Per via del portamento diritto del fusto, della bella chioma ampia, della spettacolare fioritura tra giugno e luglio con fiori profumati e vistosi, del colore dorato assunto dalle foglie in autunno, oltre che per le dimensioni ridotte degli alberi europei, il tulipier nel nostro continente è coltivato principalmente in parchi, giardini e viali. A differenza di quello americano di importazione dunque, il legno di tulipier europeo non ha un ampio uso commerciale, ma soprattutto estetico e urbanistico.
Il legno di tulipier è molto diffuso, ad ogni modo, in lavori di falegnameria fine: realizzazione di mobili, complementi d’arredo, modanature, rivestimenti d’esterno e opere di artigianato. Altri settori sono la produzione di porte in legno massello (dall’ottimo isolamento acustico), compensati, carta, strumenti musicali, imballaggi e casse di spedizione. Infine, il legno con tonalità più verdastre riscontra molti apprezzamenti per la realizzazione di intarsi e composizioni che giocano su differenti tonalità cromatiche.
Commercializziamo anche tavole di legno di tulipier americano.
Curiosità
La prima curiosità riguarda il nome del Liriodendro. Esso deriva dal greco léirion (giglio) e déndron (albero) e richiama una sua peculiarità qui già ricordata: la bellissima fioritura estiva. Tutte le parti del liriodendro sono tossiche per l’uomo se ingerite. La corteccia ha avuto, comunque applicazioni medicinali, mentre il nettare, abbondante durante la fioritura a inizio estate, è molto apprezzato negli Stati Uniti per la produzione di miele. Proprio in questi territori i nativi americani usavano il legno di liriodendro per costruire canoe.
Oggi il tulipier è molto utilizzato nella selvicoltura, al fine di «preservare nel tempo la qualità e la quantità del patrimonio forestale». L’uso del tulipier quindi, può rientrare nel discorso della sostenibilità ambientale, anche perché come vedremo in altra occasione, il suo utilizzo può estendersi al settore edile con buone prospettive.
Ultima curiosità che merita di essere riportata concerne un esemplare che si trova proprio in Italia. Se come abbiamo visto questa specie generalmente si presenta più piccola e meno longeva in Europa, in provincia di Lecco, nel parco di Villa Besana a Sirtori si trova uno spettacolare Liodrendon tulipifera di ben 52 metri d'altezza, che lo pone tra gli alberi più alti d'Italia.
Crediti fotografici foto di anteprima © riproduzione riservata
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